
Scuola Lombarda di Psicoterapia
-Modello Teorico-
FONDAMENTI TEORICI DELLA PCN
INTERDISCIPLINARITà, SCIENTIFICITà, RISPETTO DELL’INDIVIDUALITà
1) INTERDISCIPLINARITÀ & SCIENTIFICITÀ
Qualunque clinico si occupi di sofferenza umana ha l’obbligo morale nonché deontologico di applicare un modello di intervento scientificamente fondato e tecnicamente viabile.
Il modello della PCN prevede che la trattazione teorico-clinica di ogni patologia sia sempre coerente con i fondamenti ontologici della natura umana (con specifico riferimento alla tradizione fenomenologica e ermeneutica) in modo da far emergere la concordanza interdisciplinare tra tutte quelle scienze (psicologiche e neuroscientifiche) che se ne occupano.
La teoria e la procedura clinica delle diverse forme psicopatologiche vengono insegnate alla luce dei risultati sperimentali e clinici di aree teoriche differenti, quali le neuroscienze, la fenomenologia, la psicologia del Sé, l’antropologia, la psichiatria, ecc., in modo tale da far emergere, attraverso il dialogo tra diverse discipline, un quadro teorico complesso, variegato e dotato di una buona coerenza interdisciplinare.
2) RISPETTO DELL'INDIVIDUALITÀ
Il metodo principale di comprensione utilizzato dalle scienze psicologiche si basa sulla riduzione (psicologia esplicativa). Ridurre l’esperienza individuale significa piegare la soggettività (racconto di sé riferito dal paziente) ad un modello teorico ideale di funzionamento.
Ad esempio, una determinata condizione psicopatologica viene spiegata a partire da un modello ideale di funzionamento psicologico le cui alterazioni, in questa o quella componente, generano la fenomenologia del disturbo osservato.
Operando in questa direzione, il Soggetto protagonista (l’individuo) viene oggettivato nei suoi modi di essere attraverso la riduzione degli stessi a modalità ideali-universali di funzionamento (teoria).
Di conseguenza, l’atto di ridurre l’esperire di un essere umano (es. sintomi depressivi) ad una presunta organizzazione di significato personale, o ad una struttura cognitiva di tipo x o y o, ancora, ad una determinato modo dell’attaccamento che lo inclini ad essere in una certa direzione, comporta l’immediato annullamento di quella specifica individualità.
Spontanea è la riflessione che ne consegue: quella specifica individualità, quel modo peculiare di emozionarsi e di sentirsi che inclina il manifestarsi delle cose, del sé e degli altri, non dovrebbe rappresentare il vero “soggetto” di studio di un percorso psicoterapico?
FONDAMENTI DI PROCEDURA IN PCN
Ogni paziente, come detto, è un “Individuo” e i suoi modi esperienziali (compresi quelli patologici) sono sempre mediati dalla propria ed unica storia di vita. Pertanto, non è possibile comprendere una manifestazione psicopatologica attraverso processi di categorizzazione o di riduzione dei sintomi.
Secondo la tradizione ermeneutica-fenomenologica, non risulta possibile indagare appropriatamente (e quindi com-prendere) il movimento esistenziale alla base dell’agire e del patire di un individuo senza tenere in considerazione l’esperienza (emotività) e la semantica in prima persona (ri-appropriazione narrativa di sé). Di conseguenza, dobbiamo cercare di capire il senso del racconto del paziente, con specifico riferimento all’esordio della sofferenza esistenziale/patologia e alle sue modalità di riconfigurarla narrativamente. Per raggiungere questo obiettivo è necessario contestualizzare il testo (racconto del paziente) ogni volta preso di mira.
Il testo riferito ad un certo periodo di vita (es. <<Ho deciso di iscrivermi ad ingegneria>>) è comprensibile solo alla luce dello spazio di esperienza che lo precede (es. <<Ho una predisposizione per la matematica. Ho sempre ottenuto ottimi risultati al liceo. Ecc. >>) e all’orizzonte d’attesa che lo caratterizza (es. <<Sarò un professionista affermato. Questo lavoro mi permetterà una lauta retribuzione. Ecc.>>).
In sintesi, un determinato evento esistenziale è comprensibile alla luce dell’interazione tra gli specifici eventi di vita che lo precedono temporalmente (spazio di esperienza) e i progetti di vita verso i quali la persona è pro-gettata (orizzonte d’attesa).
Immaginiamo la sofferenza del nostro studente in seguito al mancato superamento di un esame universitario (testo o racconto di sé del paziente). Il malessere potrà essere compreso solo alla luce dell’interazione tra lo spazio d’esperienza e uno o più specifici orizzonti d’attesa:
- esempio di senso dell’evento alla luce dello spazio d’esperienza: <<ero convinto di essere capace in matematica, forse mi sbagliavo!>>
- esempio di senso dell’evento alla luce dell’orizzonte d’attesa: <<non raggiungerò mai la laurea e dovrò accontentarmi di un lavoro dal compenso mediocre!>>
Di conseguenza, quella specifica sofferenza assumerà dei connotati del tutto individuali (vero obiettivo dell’indagine terapeutica), ad esempio, a seconda del carico di identificazione che il ruolo accademico ricopre per quello studente. Banalmente, il traguardo della laurea come fonte primaria di identificazione di sé (come in questo caso), inciderà nel carico della sofferenza emotiva in modo assai diverso rispetto a chi potrebbe vivere il conseguimento della laurea senza alcuna connotazione definitoria di sé o alla luce di orizzonti d’attesa che non prevedono la professione di ingegnere.
ALCUNI testi di riferimentio
PSICOTERAPIA, NEUROSCIENZE, FILOSOFIA